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Father Murphy, Occult psyched. + Muscle Marrow – Usa, Avant Rock
4 Ottobre 2016 @ 21:00 - 5 Ottobre 2016 @ 0:00
Ingresso Up To You!
Inizio live 21.30
I Father Murphy sono il suono del senso di colpa cattolico. Una spirale discendente che arriva al fondo della fossa, per poi scavare ancora più in basso.
I Father Murphy, dopo cinque album accompagnati da innumerevoli Ep ed uscite particolari, negli anni sono diventati una delle più interessanti entità musicali italiane, parte di quella comunità che Simon Reynolds ha definito la “Psichedelia occulta italiana”, acclamati soprattutto per i loro intensissimi live, a metà tra concerto, rito e performance artistica.
Dopo aver ricevuto le lodi di Julian Cope, Michael Gira degli Swans (che li ha voluti al Mouth to Mouth Festival, parte di Le Guess Who? 2014 da lui curata), Carla Bozulich, Geoff Barrow dei Portishead e I Mission of Burma fra gli altri; dopo gli innumerevoli tour in tutta Europa e Nord America con band del calibro di Deerhoof, Dirty Beaches, Iceage e Xiu Xiu, la band ha appena terminato la Trilogia della Croce, di cui il primo capitolo “Calvary” è stato pubblicato nel gennaio 2015 dall’etichetta inglese Blue Tapes, il secondo “Croce” dall’americana The Flenser a marzo, e il terzo, “Lamentations”, ilo scorso novembre con l’italiana Backwards.
VIDEO “A purpose” : https://www.youtube.com/watch?v=OVtq_CdZeCE
Bandcamp : https://fathermurphy.bandcamp.com/
Muscle and Marrow.
https://www.facebook.com/MuscleandMarrow/
http://www.muscleandmarrow.com/
Kira Clark (voce e chitarra) e Keith McGraw (batteria) vengono da Portland, città famosa per la birra, le rose e gli hipster. Ma non li ritroverete mai con una coroncina di fiori in testa. La loro musica non vuole seguire una corrente precisa ma si lascia contaminare da influenze dark, post-metal, alt-rock e da qualsiasi altra cosa vogliate scovarci. Se fosse solo una di queste, non sarebbe così interessante. Love è claustrofobico, agonizzante, ha un fascino a cui non si può resistere. Basta ascoltare la prima traccia, My Fear, per essere immediatamente trascinati giù, dritti nel ventre del mostro che abita questo posto dimenticato. Lì saremo inseguiti da una batteria che segna il ritmo delle nostre paure, perseguitati dalla voce di Kira Clark che grida e sussurra, fino a fondersi insieme a tutto il resto e avvolgerci in una nube di fumo. È quello che succede in Sacs of Teeth e in Bereft Body. Non le ascoltate se oggi vi sentite già particolarmente scossi. L’ultima canzone dell’album si chiama Light ed è come la quiete dopo la tempesta. Da qui sotto si intravede una luce ma è troppo lontana. In Love non c’è redenzione. Dicono sempre che l’Amore ci salverà. Questa però, è la volta che ci fa perdere in noi stessi.