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Cinematic: Rassegna Tim Burton ” The Nigtmare before Christmas”
26 Dicembre 2016 @ 21:00 - 23:30
Ingresso free!
“Racconto natalizio che si muove leggiadro come lo scheletrico Jack, sulle note della fantasia più pura ed ispirata”
Dolcetto, scherzetto e una nota di amarezza. Il maestro degli incubi ha un sogno nel cassetto: qualcosa di nuovo. Jack Skeletron, re del decadente mondo di Halloween, è stanco di urla e paura. Così, mentre i mostri riemergono dalle bare per terrorizzare il mondo, Jack sprofonda in un’amletica crisi esistenziale. Assuefatto dal terrore e insoddisfatto di una realtà sempre uguale a se stessa, si perde in una foresta cercando ispirazione. La trova in una porta magica che lo catapulta nel mondo del Natale. Calore, colore, gioia. Finalmente lo stupore che cercava. E poi una missione: sostituirsi a Babbo Natale e gestire i preparativi della festa più attesa da tutti i bambini.
Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas si muove leggiadro come lo scheletrico Jack, sulle note della fantasia più pura ed ispirata, mosso con cura e dedizione dal regista burattinaio Henry Selick. Ma nel film girato in stop motion, il ripieno è tutto della zucca di Tim Burton, tanto da insinuarsi persino nel titolo. Stile riconoscibile per l’impronta gotica dei toni e soprattutto per lo scontro tra realtà opposte, in cui il difforme svetta sul banale per coraggio e ingegno. Sull’esempio del malinconico Edward mani di forbice e dell’esperienza del suo creatore, anche Jack punta goffamente all’integrazione, dimenticando che il bene da preservare è invece la differenza.
Burton ripropone lo scontro Io/Mondo sulle esili spalle di un personaggio che ha il coraggio di scuotersi dal torpore delle rassicurazioni e delle aspettative che gli altri ripongono in lui, esaltando la stranezza come parte fondamentale del vivere. Un film che gioca delicatamente con piani opposti della percezione, con il tentativo testardo di dare forma e concretezza (gli abiti, i regali, la slitta) a qualcosa di astratto e impalpabile (la felicità, la gioia di vivere).
Una rara sensibilità delinea una morale necessaria per un racconto natalizio (siamo in casa Disney), senza mai cadere nel banale ed eccedere nel moralismo. La condanna di una mentalità materialista impone un recupero di una dimensione valoriale pura, capace di viaggiare anche solo attraverso i sogni e le aspirazioni più audaci. Tra teste mozzate, vermi e cicatrici, l’opera di Burton celebra più di ogni altra cosa la vena pulsante del cambiamento, cantando a squarcia gola.