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Propaganda 1904 sonorizza dal vivo “Nosferatu” di F.W. Murnau
20 Settembre 2018 @ 8:00 - 17:00
€3Seeyousound Music Film Experience, un contenitore di attività ramificate in tutta Italia: Concerti, pubblicazioni, attività educative e professionali, distribuzione, un network di festival europei. Seeyousound si espande oltre i confini della sala cinematografica e diventa una realtà attiva tutto l’anno, in ogni ambito dell’universo culturale contemporaneo.
Propaganda 1904 sonorizza dal vivo Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, il capolavoro espressionista diretto da Friedrich Wilhelm Murnau nel 1922.
Visioni gotiche e tecniche cinematografiche avanguardistiche che verranno celebrati attraverso potenti suoni elettronici, drone, noise, industrial, ambient e altre architetture sonore sperimentali.
Il flm sarà introdotto da Fabio Pezzetti Tonion (Bibliomediateca Mario Gromo)
BLAH BLAH, 18 settembre, ore 21.30. Ingresso: 3 Euro
Propaganda 1904 per Nosferatu
Luca Onyricon GiglioGiglio: electronics, synthesizers, tretments
Łukasz Mrozinski: electric guitar, electronics, treatments
Propaganda 1904
Progetto musicale specializzato in sonorizzazioni di film muti, eseguite con approccio sperimentale. E’ costituito da un membro fisso (Luca Onyricon Giglio) e da musicisti sempre diversi, impegnati nel creare avvolgenti suoni elettronici drone/noise mediante sintetizzatori analogici e digitali, i quali vanno a sovrapporsi con suoni di chitarre elettriche effettate.
L’esperienza è quella del “Wall of Sound”, un magma sonoro che investe lo spettatore nella visione del film.
Tra i film sonorizzati dal progetto musicale ricordiamo The Wind, pellicola diretta da Victor Sjöström nel 1928, continuano con il cortometraggio di George Lucas” Electronic Labyrinth: THX 1138 4EB” (1967), fino all’esperimento di improvvisazione rumoristica per il film “Un chien andalou” di Louis Bunuel, (1926) e “Le Voyage dans la lune” di Georges Méliès (1902).
Gli ultimi film sonorizzati dal duo sono “Queen Kelly” di Erich von Stroheim (1928), “A Fool There Was” di Frank Powell (1915), “Haxan” di Benjamin Christensen (1922). “Korkarlen – Il carretto fantasma” di Victor Sjöström (1921) per il Cinema Massimo, “Lucifer Rising” di Kenneth Anger (1972), “Berlin – Die sinfonie der Groβstadt” di Walter Ruttmann (1927) ancora per il Cinema Massimo, “Le avventure del Principe Achmed” di Lotte Reineger (1922). L’ultimo film sonorizzato dalla band è “Metropolis” di Fritz Lang (1927) al Blah Blah di Torino.
ONYRICON: elettronica, sintetizzatori, basso, computer, trattamenti.
Onyricon, nome d’arte di Luca Giglio è un e un polistrumentista, videomaker e fotografo, fondatore del progetto musicale sperimentale applicato al cinema muto PROPAGANDA 1904.
Laureato in discipline cinematografiche si occupa di composizione di musica elettronica, sonorizzazioni di film muti, colonne sonore per film, trattamenti e manipolazioni del suono, videoclip, fotografia sperimentale e grafica. Collabora con vari musicisti della scena underground torinese, tra cui Łukasz Mrozinski, Tommy De Chirico, Teho Teardo, Andrea Cavallo, Enomisossab
Tra il 2012 e 2013 compone, esegue e registra colonne sonore per alcuni cortometraggi. Nel 2014 compone la colonna sonora della mostra d’arte fotografica “Il cuneo Gotico: le camere oscure”
Tra il 2015 e 2016 gira una serie di videoclip per vari artisti della scena underground torinese (tra cui Łukasz Mrozinski, Enomisossab, Officine Aurora).
Attivo nella videoarte e nella fotografia con opere sperimentali proiettate ed esposte in vari festival e mostre nazionali.
Attualmente lavora alla promozione del suo primo album solista “Musica per Monorotaia” (Abformal Recordings) un concept album di musica elettronica di cui è compositore e produttore.
https://open.spotify.com/album/5ZF4yH150DEnFrAKJnU1sZ
Łukasz Mrozinski: electric guitar, electronics, treatments
Musicista italo-polacco con base a Torino.
Presente nel panorama indipendente da quasi vent’anni ha registrato, prodotto e composto 10 album pubblicati dalle etichette Nomadism Records, Edison Box, Vittek Records e I Dischi del Minollo. Distribuito da Masterpiece e Audioglobe. Fondatore, ex voce e chitarra dei Theorema nonché dei Merçe Vivo, ha suonato nei Seminole, nel duo noise aSzEsO e ha collaborato con Juan Masacre e numerosi altri progetti sperimentali.
Si è esibito in tutta Italia e sui palchi di Parigi, New York, Austria, Germania, Polonia. Ha condiviso la scena con Paolo Benvegnù, Ulan Bator, Marco Parente, Frank Williams & The Ghost Dance, Moltheni, Petrol, Andrea Franchi, Sonic Jesus e molti altri.
“MROZINSKI” (2018 – I DISCHI DEL MINOLLO, Noja Recordings, Musica Altra, Audioglobe) è il suo ultimo album.
http://lukaszmrozinski.bandcamp.com
www.facebook.com/mrozinskil2
Il Film
Il celebre romanzo dell’irlandese Bram Stoker, narrante le vicende del conte Dracula, intenzionato a viaggiare verso l’Inghilterra per portarvi il morbo del vampirismo, viene ripreso nel 1922 da Murnau e dallo sceneggiatore Henrik Galeen (autore di altri capolavori quali “Der Golem” o “Il gabinetto delle figure di cera”) che cambia i nomi dei protagonisti e ne modifica in parte la struttura narrativa, ad esempio riducendo al minimo alcune figure, centrali nel romanzo, come quella del dottor Van Helsing.
Il film viene prodotto dalla Prana-Film, fondata l’anno prima da Albin Grau (che del film curerà scenografie e costumi), ma le precauzioni prese dal regista non impediranno alla vedova Stoker di intentare una causa legale alla pellicola, che dovette presto essere distrutta in tutte le sue copie.
Se ne salverà soltanto una, custodita dallo stesso Murnau, la quale arrivò in America nel 1929 viaggiando attraverso la Francia e assicurò all’opera la fama immortale di cui tutt’oggi gode.
Può suonare in parte azzardata la classificazione di “Nosferatu il vampiro” all’interno dell’arte espressionista: un maggiore realismo contraddistingue infatti l’opera rispetto, ad esempio, a “Il gabinetto del dottor Caligari”. Grau evita la deformazione accentuata delle scenografie a dispetto dei precetti espressionisti, che volevano una stilizzazione intensiva e deformante del visibile, che si propone di oggettivare una concezione del mondo, un sentimento, a volte un’idea nelle configurazioni visive.
Se la strutturazione del profilmico veniva sovente caricaturizzata dall’espressionismo, il quale tendeva a evidenziarne gli aspetti grotteschi e irreali al fine di costruire uno specchio delle angosce interne all’uomo, Murnau disubbidisce a tal punto a tali regole da arrivare a proporre in maniera ricorrente vedute realistiche dove il paesaggio è il vero protagonista. L’anomalo uso di esterni rivela da una parte la familiarità di Murnau con il cinema svedese, che per primo aveva utilizzato paesaggi dal vero, ma dall’altra distacca la sua opera dallo scenario espressionista standard.
Tuttavia abbiamo buoni motivi per giustificare tale classificazione. Innanzitutto per quanto reali, le scelte riguardanti la location cadono pur sempre su scenari inquietanti e cupi i quali, seppur non in maniera estremizzata, concorrono sicuramente a ricreare nell’immagine lo stato d’animo dei protagonisti. Come fa notare Paolo Bertetto introducendo l’opera del maestro tedesco: “Il castello del conte Orlok è una reggia dell’incubo, fatta di architetture ogivali, di passaggi oscuri, d arredi inquietanti. È uno spazio dove si nasconde il mistero e si realizzano riti demoniaci. La nave invasa dal vampiro è una sorta di veliero fantasma in cui le vele e gli alberi sono lo scenario allucinato della presenza del male. La città quasi deserta, invasa dalla peste, è un ossario architettonico, un cimitero urbano di rara suggestione. Sono spazi segnati dall’esistenza del male, che domina poi attraverso l’estensione minacciosa delle tenebre che invadono tutto l’orizzonte visivo
F. W. Murnau fu il primo a portare sullo schermo cinematografico la leggenda di Dracula e lo fece con un occhio di riguardo sul proprio tempo, inaugurando di fatto quel filone che di lì a poco portò sul grande schermo una lunga serie di mostri, creature demoniache e tiranni sanguinosi (per fare alcuni esempi: “Vanina” di von Gerlach, “Il dottor Mabuse” di Fritz Lang, “Il gabinetto delle figure di cera” di Leni).
La storia di Dracula/Orlok e in generale il tema del vampirismo furono però da allora riletti più volte nella storia del cinema: dal “Vampyr” di Dreyer, al “Dracula” di Browning, alla rilettura iperestetica di Francis Ford Coppola, fino ad arrivare al filone vampiristico più commerciale di “Twilight.
La rielaborazione di Murnau-Galeen si distacca dall’originale racconto di Stoker e per quanto essa sia radicata nello spirito del proprio tempo, pare prestarsi comunque a una lettura morale e a-storica, dal momento che la paura per l’Altro, individuato come portatore di pestilenza (questo significa in romeno il nome “Nosferatu”), il pericolo della chiusura in se stessi e l’amore come fonte di salvezza sono temi sempre attuali e inesauribili.