Underdocks, per Gian, Simone, Gigi e Carlo, dal 2011 vuol dire ritorno alle origini, agli “istinti primordiali”, nella vita come nella musica, dismettere un po’ di sovrastrutture e lasciarsi “cadere” nel fango. È il motivo ricorrente dei loro pezzi, nel loro ultimo album “Shit One of a Kind” lo ripetono ossessivamente: usciamo da questa “hamster psychosocial wheel” e buttiamoci nel caos delle nostre viscere e delle nostre menti. Immaginate le arroganti dissonanze dei Rage Against the Machine, condite di elettronica da scantinato e risonanze basse che trasudano muffa. In questo muro distorto, ci crediate o no, c’è della melodia nascosta nella potenza ritmica di ispirazione Queens of the Stone Age, con sonorità che sanno di Kyuss a condire il tutto. Questo è il brodo primordiale in cui si buttano, dal 2011, nei brani dei loro tre dischi. Chi gradisce un assaggio?