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Agnes Browne è l’eroina graffiante ed indimenticabile nata dalla felice penna di Brendan O’Carroll, autore irlandese (nonché attore, regista, sceneggiatore e commediografo) che ha dedicato a questa donna del popolo quattro meravigliosi romanzi. Nella Dublino degli anni Sessanta, Agnes resta vedova, con sette figli a cui badare ed il suo lavoro da ambulante del mercato. Al suo fianco, l’inseparabile amica Marion, compagna delle esilaranti e tragicomiche avventure di chi si confronta con la vita a muso duro, trovando sempre la voglia di ridere anche in mezzo alle piccole e grandi bufere dell’esistenza.
Nato come programma radiofonico (“Mrs. Browne Boys”), successivamente portato sui grandi schermi da Angelica Huston nel ’99 (ma nel film la vicenda subisce alcune importanti variazioni), il personaggio di Agnes è un inno all’arte di arrangiarsi e di accettare il destino senza mai arrendersi. I 4 romanzi che la vedono protagonista (“Agnes Browne mamma”, “I marmocchi di Agnes”, “Agnes Browne nonna” e “Agnes Browne ragazza”) ne seguono l’intera esistenza, e quella dei suoi sette altrettanto irresistibili figli. Nel reading abbiamo scelto di porre l’attenzione quasi esclusivamente sul personaggio della protagonista, per metterne in luce tutta la statura di autentica eroina letteraria, che ha valso al suo autore un meritato e largo successo.
Lo spettacolo mantiene la sveltezza e leggerezza della lettura, attraverso la voce di Valentina Veratrini, contrappuntata dalla chitarra elettro-acustica di Maurizio Bilardello. Piacere puro della narrazione, che per sprazzi e tasselli costruisce nella mente dello spettatore la vicenda, caratterizzata da una scrittura assolutamente cinematografica che parla per immagini. Immagini vivide e saporite, talora amare, di una vita come tante, ma proprio per questo autentica.

“Testo divertente e perfettamente equilibrato fra profondità e comicità grazie alla bravura estrema della Veratrini, attrice poliedrica precisa e raffinata, dalla voce ammaliante e dalla capacità emotiva rara.
Uno spettacolo di rara bellezza.” (Alan mauro Vai, recensione su D-MAG.IT)