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CINEMATIC Blah Blah: rassegna poeti maledetti “ Il pasto nudo “ del ’91 dur. 115′ sub.ita

15 Febbraio 2016 @ 21:00

Ingresso free!!

1953, New York. Bill Lee, sterminatore di scarafaggi e aspirante scrittore, uccide Joan, la moglie tossicodipendente, mentre praticano un gioco ispirato al Guglielmo Tell. Al fine di sfuggire alla polizia, un essere mostruoso gli ordina di recarsi a Interzone dove dovrà redigere alcuni rapporti per una misteriosa Organizzazione: se la sua macchina da scrivere si rivelerà, presto, uno scarafaggio parlante, la conoscenza di un altro scrittore esiliato, la cui moglie è la copia esatta di Joan, non farà che accrescere il suo delirio.
Tra le opere più radicali di David Cronenberg, Il pasto nudo lavora sulla violenza e sulla devianza dell’immaginazione, sul rischio congenito al pensiero stesso: «Ho smesso di scrivere a dieci anni, è troppo pericoloso», dirà Bill. Prima di ogni cosa, si tratta di un film sullo scrivere e sulle sue implicazioni nefaste, incistate nelle ossessioni da sempre presenti nell’opera del cineasta canadese. Il potere allucinatorio della mente, la natura virale dell’atto sessuale, lo scambio tra macchine e corpi si mescolano perfettamente all’universo, non solo letterario, di William S. Burroughs; oltre al romanzo omonimo, del resto, si attinge ad altre opere così come alla sua biografia, è il caso dell’omicidio della moglie, realmente avvenuto nelle modalità mostrate nel film.
Scritto nel destino, parimenti avverrà pochi anni dopo con il James Graham Ballard di Crash, l’incontro con il lisergico scrittore scopre, nella maniera più smaccata, il funzionamento stesso del cinema di Cronenberg, mai così lontano dal bisogno di rifugiarsi in un genere specifico o in una storia credibile. Appiccicoso, paranoico, acido, maleodorante, Il pasto nudo finisce con lo svelare tutto quello che può annidarsi dietro al processo di creazione, costruendo un delirio in cui è lecito, se non doveroso, trovarsi spiazzati, respinti e ugualmente attratti: «il labirinto burroughs-cronenberghiano di “Interzone” è un luogo in cui non si deve aver paura di perdersi, perché il disorientamento e la perdita vi sono previsti, quasi necessari» (Gianni Canova, David Cronenberg, Il Castoro).
Peter Weller, impassibile, quasi immobile, azzecca il ruolo più importante della sua carriera, altrettanto adatti risultano Judy Davis e Ian Holm. Il personaggio di Tom Frost rimanda a Paul Bowles così come quelli di Martin e Hank a Allen Ginsberg e Jack Kerouac. Sontuoso, davvero sorprendente a livello visivo (fotografia del fidato Peter Suschitzky), è anche un grande film sulla dipendenza.

Dettagli

Data:
15 Febbraio 2016
Ora:
21:00

Luogo

BLAH BLAH
via Po 21 - telefono: 392.7045240
Turin, 10124 Italy

Organizzatore

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